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Pubblicato nel 1894 a conclusione di una travagliata gestazione durata più di quattro anni, il Trionfo della morte è il terzo e ultimo dei "romanzi della rosa" e racchiude in sé gli elementi della complicata metamorfosi artistica e ideologica che D'Annunzio vive in quegli anni: dal pessimismo estetizzante, commisto al naturalismo determinista, fino all'acquisizione della tematica nietzschiana del superomismo. La vicenda di Giorgio Aurispa, emblema della condizione negativa dell'uomo moderno, segnato dall'incapacità di aderire vitalmente all'esistenza, e della sua "difficile" passione per Ippolita, è tutta centrata sul tema ossessivo della morte e dell'abisso incolmabile che separa ogni individuo da un altro.